
29 Apr Parodontite: cos’è, sintomi, cause e cura
Cos’è la parodontite
La parodontite, o piorrea come viene più comunemente chiamata, è una malattia cronica dei tessuti del parodonto ovvero l’insieme dei tessuti che supportano il dente che comprende la gengiva, l’osso alveolare, il legamento parodontale e il cemento radicolare.
La parodontite passa attraverso diversi stadi e nella fase primordiale la sua identificazione risulta difficile perché i primi sintomi possono essere silenti. Nella fase più acuta, invece, i sintomi possono essere molto gravi e provocare prima la mobilità dei denti fino ad arrivare, nei casi più gravi, alla perdita dei denti interessati.
È importante distinguere la gengivite dalla parodontite. La gengivite è la condizione in cui la gengiva risulta infiammata, gonfia e sanguinante ed è causata dall’accumulo della placca batterica sui denti e sulle gengive. È una condizione facilmente reversibile con una buona igiene orale. La parodontite, invece, è la forma più grave di malattia gengivale e si sviluppa quando la gengivite viene trascurata e avanza. Intacca non solo le gengive, ma anche i tessuti sottostanti (il parodonto). I sintomi che si manifestano sono il ritiro delle gengive, alitosi persistente, formazione di tasche gengivali tra dente e gengiva e mobilità dei denti fino a causarne la perdita.
Come si sviluppa
La parodontite si sviluppa a causa dell’evoluzione della gengivite non trattata. In questo modo la placca che si deposita su denti e gengive prolifera e porta alla formazione di tartaro, fino a portare alla perdita dei denti se non si interviene in tempo.
Vedremo come riconoscere i primi sintomi dell’infiammazione gengivale, quali comportamenti adottare per prevenirla e cosa si può fare per contrastarla.
Cause della parodontite
Principali fattori scatenanti
La parodontite, se non trattata in tempo e con le giuste modalità, può provocare danni molto gravi alla dentatura. Minando la struttura di supporto al dente, la piorrea porta alla progressiva perdita dei denti. Ma quali possono essere le cause?
Tra i principali fattori scatenanti troviamo sicuramente una scarsa igiene orale. L’accumulo di batteri che si insinuano tra il dente e la gengiva con la placca e tartaro lasciati depositare causa l’infiammazione delle gengive e successivamente dei tessuti a supporto del dente. Questo processo infettivo può lentamente aggravarsi fino a diventare cronico.
Fattori di rischio
Ci sono anche altri fattori di rischio come il fumo, che rappresenta quello più significativo. Il fumo, riducendo l’apporto di sangue alle gengive, indebolisce il sistema immunitario e rallenta la capacità delle gengive di guarire. Inoltre altera la composizione della placca batterica, rendendo l’infezione più aggressiva.
Anche il diabete, come altre patologie sistemiche se non trattate correttamente possono concorrere a generare un’infezione batterica.
Gioca un ruolo determinante la predisposizione genetica alla parodontite, per motivazioni ereditarie ma anche per i comportamenti o simili abitudini igieniche orali. Anche i cambiamenti ormonali (gravidanze, menopausa, ciclo mestruale…) possono rendere le gengive più vulnerabili all’infiammazione.
Lo stress cronico influisce negativamente sul sistema immunitario e può portare al bruxismo notturno, favorendo il rischio di parodontite. Infine una dieta squilibrata, povera di vitamine e minerali e ricca di zuccheri e carboidrati raffinati può compromettere la salute delle gengive facilitando la crescita batterica nella bocca.
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Sintomi della parodontite
Parodontite lieve: sintomi iniziali
La parodontite è una malattia che al suo stadio iniziale tende a non manifestare grossi sintomi, che comunque cambiano in base alla gravità e si rivelano gradualmente. In presenza di una parodontite lieve tra le prime avvisaglie si possono notare le gengive rosse, gonfie e che sanguinano, alitosi persistente, sanguinamento durante lo spazzolamento o utilizzando il filo interdentale.
Parodontite grave: sintomi avanzati
Quando la parodontite è più avanzata le gengive iniziano a ritirarsi, si può notare mobilità dentale, la formazione di tasche parodontali, dolore alla masticazione e come sintomo più grave la perdita dei denti.
Se noti uno o più di questi sintomi è fondamentale rivolgerti quanto primo al tuo dentista di fiducia per affrontare tempestivamente l’infiammazione e scongiurare il suo peggioramento.
Diagnosi della parodontite
Visita odontoiatrica
È fondamentale rivolgersi al proprio dentista di fiducia nel caso in cui si notino uno o più dei sintomi che abbiamo visto sopra. Il primo step nell’identificazione e nella diagnosi della parodontite è effettuare una visita odontoiatrica con un esperto di parodontologia: verrà effettuato in un primo momento un esame visivo delle gengive e successivamente, con una serie di esami clinici, si può valutare lo stato di salute delle gengive, dei tessuti di supporto e dell’osso. Può anche essere eseguita la misurazione delle tasche parodontali, ovvero lo spazio tra il dente e la gengiva, attraverso una sonda.
Esami strumentali
Per accertare la diagnosi si realizzano anche degli esami strumentali come delle radiografie dentali, che servono a valutare la perdita di osso attorno ai denti e a monitorare la progressione della malattia permettendo di pianificare il trattamento da eseguire per la guarigione. In alcuni casi si possono anche eseguire dei test microbiologici per analizzare il contenuto delle tasche gengivali, identificando i batteri patogeni principali.
Tipologie di parodontite
Classificazione clinica
Come ogni altra malattia batterica, la parodontite presenta diversi gradi di gravità, ognuno dei quali ha cause, sintomi e trattamenti diversificati. In base alla classificazione clinica possiamo distinguere la parodontite in:
- Cronica: è la forma più comune di parodontite ed è caratterizzata da una lenta progressione dell’infiammazione. In questo livello le gengive risultano infiammate, sanguinanti e leggermente ritirate. Può essere trattata con una seduta di igiene professionale e un’accurata igiene orale domiciliare.
- Aggressiva: è una forma di parodontite che progredisce rapidamente e può causare danni gravi ai denti e alle gengive. Causa infiammazione delle gengive, sanguinamento, regressione gengivale e anche perdita di osso. Viene trattata con una seduta di igiene professionale, l’utilizzo di antibiotici e in alcuni casi anche con interventi chirurgici.
- Necrotizzante: è una forma grave di parodontite che include sintomi come sanguinamento delle gengive, dolore, ascesso gengivale, alitosi e perdita di tessuto osseo. La terapia consigliata è una pulizia dentale professionale abbinata alla somministrazione di antibiotici e, nei casi più gravi, a un intervento chirurgico.
- Associata a malattie sistemiche: questa forma di parodontite è causata da malattie come il diabete o l’HIV. I sintomi e il trattamento sono quelli della parodontite cronica, ma le cure possono essere più frequenti.
Come curare la parodontite
Cure non chirurgiche
Trattare la parodontite è fondamentale per preservare la salute dei nostri denti ma anche per proteggere l’intero organismo. È necessario affidarsi al proprio dentista di fiducia affinché possa valutare il livello di infiammazione gengivale e proporre il trattamento più adatto.
Se la parodontite si manifesta ad un livello lieve è possibile trattarla tempestivamente con delle cure non chirurgiche:
- Seduta di igiene professionale, volta a rimuovere gli accumuli di placca e tartaro più superficiali.
- Levigatura radicolare (scaling e root planing), una pulizia sottogengivale effettuata con particolari strumenti in grado di rimuovere anche gli accumuli di placca e tartaro più profondi, fino alle radici dei denti.
- Terapie antibiotiche, per contrastare l’infezione batterica.
Cure chirurgiche
Nei casi in cui la parodontite si presenta ad uno stadio più avanzato possono rendersi utili delle cure chirurgiche:
- Chirurgia parodontale, mirata a ridurre le tasche e a impedire il ristagno batterico.
- Rigenerazione tissutale e ossea, attraverso delle moderne tecniche in cui è possibile rimodellare i margini ossei e in alcuni casi aggiungere anche l’osso mancate.
Parodontite: cura definitiva è possibile?
Sicuramente utilizzando una delle terapie sopra riportate è possibile bloccare il decorso della infiammazione batterica e impedire la perdita dei denti. La parodontite può essere tenuta sotto controllo effettuando con costanza dei controlli dal proprio dentista di fiducia ed eseguendo correttamente l’iter di pulizia orale domiciliare.
Effettuare una terapia di mantenimento a lungo termine, con frequenti sedute di igiene professionali e una costante igiene orale domiciliare è di fondamentale importanza per evitare l’eventuale ricomparsa della malattia.
Rimedi e prevenzione della parodontite
Buone abitudini quotidiane
Nonostante la difficoltà nell’individuare i primi sintomi della parodontite, è bene sapere che è possibile effettuare una buona prevenzione orale senza aspettare che si presentino quei fastidiosi ed allarmanti segnali di infiammazione gengivale.
Alcune buone abitudini quotidiane da seguire sono, ad esempio, effettuare un corretto e frequente spazzolamento dei denti, soprattutto dopo i pasti, utilizzare il filo interdentale e, se necessari, degli scovolini e dei collutori antibatterici (ad esempio con clorexidina).
Stile di vita sano
Anche seguire uno stile di vita sano aiuta e prevenire la parodontite: smettere di fumare, avere un’alimentazione bilanciata e ridurre lo stress sono piccole accortezze che risultano utilissime al fine di evitare infiammazioni gengivali.
Controlli periodici
Oltre a ciò, effettuare dei controlli periodici dal proprio dentista di fiducia può aiutare sia a mantenere in saluta la bocca eseguendo le periodiche sedute di igiene, che come abbiamo visto possono essere risolutive per la parodontite, sia per monitorare le tasche parodontali .
Parodontite e bicarbonato: un falso rimedio?
Il bicarbonato di sodio viene spesso citato come “rimedio” naturale per la parodontite. È bene fare chiarezza e asserire che il bicarbonato non è una cura per questa patologia. Il bicarbonato non può raggiungere né eliminare i batteri che si annidano sulle gengive e che sono la causa principale della parodontite. Non può nemmeno rimuovere il tartaro e anzi, la sua funzione abrasiva può anche essere aggressiva per i denti e contribuire ad irritare ulteriormente le gengive giù infiammate.
Non essendo un trattamento medico, il bicarbonato di sodio non può essere utilizzato per la cura della parodontite.
Dentifrici per parodontite: aiutano davvero?
Sicuramente il dentifricio giusto può essere un buon alleato in caso di parodontite, ma non è sufficiente a contrastarla e curarla. Un corretto dentifricio aiuta a supportare l’igiene orale quotidiana, riducendo i batteri e favorendo la salute gengivale.
Gli ingredienti consigliati per un dentifricio da utilizzare in caso di parodontite sono:
- Clorexidina, un potente antibatterico in grado di combattere i batteri responsabili della placca. È consigliato utilizzarla per periodi limitati perché potrebbe macchiare i denti o alterare il gusto.
- Fluoro, ad azione antibatterica, remineralizzando e con una particolare funzione protettiva dello smalto e delle gengive. Combatte la placca e rinforza lo smalto.
È sempre meglio chiedere consiglio al proprio dentista di fiducia prima di affidarsi a un prodotto specifico. Il tuo dentista saprà consigliarti il dentifricio più adatto alla tua condizione e ti spiegherà in maniera dettagliata le modalità di utilizzo.
Il ruolo del dentista parodontologo
Il parodontologo è un medico specialista dell’odontoiatria fondamentale per la salute dei denti e delle gengive. È un dentista specializzato nella diagnosi, prevenzione e trattamento delle malattie parodontali.
Quando rivolgersi a un parodontologo
È consigliabile rivolgersi ad un parodontologo quando i sintomi (sanguinamento, infiammazione e irritazione delle gengive) risultano persistenti oppure preventivamente, nel caso ad esempio si sia a conoscenza di familiarità con la parodontite.
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